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Fiat si divide in due entro l'anno

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Giovedí 22 Aprile 2010

Laura Galvagni
TORINO. Dal nostro inviato
Fiat non sarà più una conglomerata. L'amministratore delegato Sergio Marchionne ha deciso di eliminare quella che «per tanti anni è stata una spina nel fianco» del gruppo, annunciando la separazione dell'auto da camion e macchine agricole. Un scelta che Piazza Affari ha accolto positivamente, con un rialzo dell'1,73% a 10,6 euro. Condividendo, di fatto, l'obiettivo di «dare a entrambe le realtà l'opportunità di perseguire le migliori scelte strategiche, incluse le alleanze», come ha spiegato il manager. Per questo, salvo mutamenti inattesi, lo spin-off verrà realizzato entro l'anno. «Una volta che l'operazione sarà formalmente approvata dal Cda, potrà essere perfezionata nei sei mesi successivi», ha sottolineato Marchionne che ha già fissato una tabella di marcia precisa: a giugno il board e a dicembre il debutto di camion e trattori in Borsa.
È come se dalla vecchia Fiat ne emergessero due nuove: Fiat Industrial da un lato con al proprio interno Iveco, Cnh e la parte industrial &marine di Fiat Powertrain e la nuova Fiat dall'altro, che controllerà Fiat Group Automobiles (con i veicoli commerciali), Ferrari e Maserati, Magneti Marelli, Teksid, Comau, Fiat Powertrain Technologies e poi Itedi e la partecipazione in Rcs. Per gli azionisti l'operazione sarà di fatto neutra sia sul piano fiscale che su quello finanziario. Fiat Industrial replicherà infatti l'attuale struttura societaria di Fiat, tanto che al termine del piano ogni singolo socio si ritroverà un titolo Fiat Industrial e un altro della nuova Fiat per ogni azione. Avremo quindi due realtà quotate ognuna con tre categorie di azioni, ordinare, privilegiate e risparmio. Accorgimento, quest'ultimo, che permetterà al gruppo di evitare il via libera delle assemblee speciali. Dettaglio che non è sfuggito alla borsa: le privilegiate sono scese del 3,86% e le risparmio del 4,79 per cento.
La famiglia Agnelli, attraverso Exor, manterrà poi la stessa presa sia sull'uno che sull'altro business e l'intenzione, come dichiarato ieri dal presidente John Elkann, al suo debutto, sarà di «mantenere» il presidio almeno per l'intera durata del piano. Perché in questo piano la famiglia ci crede: «Per Fiat è una svolta storica, la separazione del gruppo nella componente auto e nelle attività industriali assicurerà maggiore chiarezza e maggiore trasparenza e soprattutto consentirà ai due business di svilupparsi autonomamente», ha commentato il presidente. La futura governance delle due realtà per ora sembra confermare solo un netto controllo sull'auto. La nuova Fiat sarà presieduta da John Elkann e guidata da Sergio Marchionne mentre Fiat Industrial avrà come numero uno Marchionne e nessun amministratore delegato, anche se sono in molti a pensare che alla fine la guida operativa di FI sarà affidata al timoniere di Iveco, Paolo Monferino, o quello di Fpt, Alfredo Altavilla.
Riguardo ai numeri, la nuova Fiat potrà contare nel 2014 su 64 miliardi di ricavi dai 32 stimati per fine 2010 e su un trading profit compreso tra i 3,2 e i 3,8 miliardi (500-600 milioni a fine anno). Cifre che, se sommate all'attività di Chrysler, lieviterebbero: 104 miliardi di ricavi complessivi nel 2014. Ma assicura Marchionne: «Allo stato non c'è in programma alcuna fusione con Chrysler né sembra necessaria». Quanto a Fiat Industrial, il piano prevede che passi dai 20 miliardi di ricavi del 2010 ai 29 miliardi di fine piano con un trading profit compreso tra 3,2 e 3,4 miliardi contro i 600 milioni di fine esercizio.
Non è stata ancora approfondita, invece, la questione della ripartizione del debito. Dettaglio non irrilevante, considerato che a fine 2009 il debito industriale era di 4,4 miliardi e quello finanziario di 11,48 miliardi. Il nodo, probabilmente, sarà sciolto dagli advisor. Allo stato sul dossier risulta essere operativa Goldman Sachs ma ieri, durante la conferenza stampa, Gerardo Braggiotti, patron di Banca Leonardo, era presente in sala. A precisa domanda il banchiere ha risposto: «Sono qui per assistere al debutto di John». Magari, però, ha voluto prendere confidenza con il dossier che il suo istituto dovrà affrontare nei prossimi mesi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Domande&risposte sul futuro del gruppo
Svelato il piano della Fiat sullo spin-off. Il dato di partenza è che il Lingotto non sarà più una conglomerata, ma separerà in due realtà distinte da una parte l'auto e dall'altra truck e macchine agricole.
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Cos'è una «scissione parziale proporzionale»?
La scissione è un'operazione straordinaria con cui la società che si scinde trasferisce tutto o parte del proprio patrimonio ad una o più società già esistenti od appositamente costituite per far confluire l'apporto. Con la scissione parziale la società scissa continua ad esistere e parte del suo patrimonio a società preesistenti o di nuova costituzione. Nella scissione proporzionale le quote di ciascuna società beneficiaria sono attribuite ai soci della società scissa in proporzione alle quote da essi detenute in questa ultima.
  CONTINUA ...»

Giovedí 22 Aprile 2010
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